L'UOMO sacco di carne, scorticata
in un sol pezzo la pelle dal corpo
la stese sul legno marcio e libava:
rapito di mente danzo' gagliardo,
il sangue caldo non sfuggiva in terra
termino' con tali parole e gesti
la supplica. E il SOLE occhio del cielo
si poso' gigante sull'orizzonte
che taglia il mare dall'etere vuoto.
Tutte le cose tingeva di denso
vermiglio, il RE CREMISI incombente.
Sbatté rapido la sua unica palpebra:
Così sanciva il sacrificio orrendo.
UN ENORME MONOLITE DI RAME,
OSSIDATO, EMERSE DAL TERRENO.
IL MINARETO RIVELAVA IL MARCHIO
DEL RE CREMISI OCCHIO DEL CIELO, OVVERO
IL GRANCHIO ROSSO, SACRO E IMPERITURO.
TERRIBILE, IL TUONO DI SILENZIO
PORTAVA UNA VERITÀ INDICIBILE
La cera di una candela bianca,
Accesa la fiamma, in parte brucia e
Diventa sottile fumo, in parte
Si scioglie accumulandosi ai piedi della
bugia, liquida e insieme grumosa
Così la carne e le vene scivolano
Lasciando uno scheletro di nervi
E un miscuglio mal amalgamato
Di frattaglie putride: ciò rimase
Sulla rena dell'UOMO incrinato
La CORTE TRELAGRIME osservò mesta
l'apoteosi subita ere prima.
Dalla melma nera e tremenda emerse
freddo il GRANCHIO chitone lucente.
Arrancava con fragore di bronzo
allontanando i resti abbandonati
1
Il bacio di Dio schiocca e un nuovo sole si accende davanti a te. Un fuoco di idrogeno e cobalto ti acceca e brucia la tua faccia le labbra. Senti un calore propagarsi dal profondo delle tue viscere fino al petto e le mani e le ginocchia e non puoi fare a meno di sorridere.
2
Due idre si trovano nella stessa chiesa diroccata. Le loro teste si vedono e si ringhiano, gonfiando le loro scaglie. I loro colli cinti da pesanti ruote di bronzo e ferro scattano e si stringono, provando a stringersi sempre di più, sempre di più. Non c'è nessuno a suonare la campana.
Questa mente è inquinata e le mani sterili.